Seguo con attenzione e piacere tutti gli articoli pubblicati sul nostro Giornale dello Spinone, organo fondamentale del Club attraverso il quale tenere viva una discussione allargata circa la nostra Razza, che sia riflessiva, ponderata, articolata e, soprattutto, a disposizione di tutti gli interessati. Certamente negli ultimi tempi così drammatici si è venuto a creare un vuoto che ha coinvolto tutto e tutti; nondimeno, arrivati ad un certo punto, giunge anche il momento di tornare ad occuparsi delle proprie passioni, che pur sempre rimangono il sale della nostra vita.

La soppressione di tutti gli eventi cinofili e sociali di Club a partire dal marzo scorso ha ovviamente sottratto buona parte degli argomenti, se non altro quelli di attualità, alla fantasia delle penne del Giornale. A questo punto, affinché il tempo trascorso non sia stato solamente un vuoto, bensì una pausa densa di riflessioni sul presente e sul futuro della Razza e del nostro Club, mi propongo di intervenire a proposito degli ultimi articoli pubblicati sul nostro Giornale. In tal senso vorrei riferirmi allo scritto, ultimo pubblicato, dello spinonista Dott. Gian Decio Frateschi che scriveva riferendosi agli anni ’70 e ’80, circa mezzo secolo fa, recentemente riproposto dal Socio Dott. Trapani; ma anche ai resoconti riguardanti la serie di Prove su Selvatico Abbattuto costituite dal Trofeo Tassara e dal Trofeo Angelo Massimino, a firma del Dott. Luca Massimino.

In primo luogo, per quanto interessante sul piano storico, la riproposizione dell’articolo di Frateschi fa riflettere sulla questione se le tematiche da lui tratteggiate risultino oggigiorno finalmente risolte: speriamo di sì, perché sarebbe un destino amaro il nostro, quello che vuole che intorno alle nostre razze italiane si continui a ruminare su questioni teoriche/storiche a proposito di un mito fondativo dal quale sembra impossibile affrancarsi; pur esprimendo tutta la gratitudine possibile ai grandi della nostra storia, non potremmo altro che concludere che noi contemporanei siamo certamente i nani sulle spalle dei giganti del passato, ma, per quanto incerto e senza meriti, il nostro sguardo avrebbe la potenzialità di andare un po’ oltre. Se invece, dopo mezzo secolo o forse più, siamo ancora a dibattere questo interrogativo, dovremmo porci qualche domanda.

Quindi, passando dalla teoria al concreto delle Prove (e quindi del metodo di selezione dei nostri Spinoni) attraverso gli articoli di Massimino, è possibile intravedere un continuum sottotraccia; viene il dubbio, infatti, se il test delle Selvatico Abbattuto (meglio sarebbe dire: cerca, ferma, riporto) rappresenti ancora un valido mezzo di discriminazione circa il valore dei nostri cani. A riprova di ciò, lo stesso Autore rimarca la povertà del numero di partecipanti, ovvero la base degli spinonisti che, si augura, siano tutti a caccia; e l’assenza dei “Top Player”, ovvero degli Spinoni di punta, affaccendati in tutt’altre vicende. È solo un problema di riluttanza al confronto? Di scarso interesse effettivo per destino dello Spinone? Di difficoltà nel comprendere che, dati i piccoli numeri di soggetti, sarebbe necessaria una diffusa partecipazione? Forse è solo un problema di radicata mentalità prettamente venatoria, allergica alla dimensione sociale del Club? Chissà chi potrà rispondere. Sorge però il dubbio che il sistema faccia ormai acqua e, addirittura, che chi persevera nelle Selvatico Abbattuto si dimostri diabolico; prova ne sia l’esclusione di tale specialità dalla Coppa Italia. Ed è qui che riprendiamo il filo del discorso, ovvero se non sia tragicamente datato il metodo di valutazione dei nostri cari Spinoni, tanto da apparire vetusto, privo di senso e attrattiva, dunque da considerarsi alla stessa stregua dei filosofeggiamenti, vecchi di quasi un secolo, sul rapporto tra morfologia e lavoro, tra divano e fango. In definitiva, una sorta di ottusa ostinazione a ripetere rituali ormai privi di senso, attuato da cariatidi dello Spinone che nulla hanno ormai da dire: la selezione, è un dato di fatto, non si fa più così. Cerca, ferma e riporto, sono ormai valori in declino.

Suggerirei quindi a Massimino, in qualità di principale propugnatore delle Selvatico Abbattuto, di aggiornare il metodo di valutazione a quelli che sono i tempi moderni, poiché sappiamo bene che, di fatto, la scelta dei riproduttori avviene sostanzialmente tramite i social, nei quali leggiamo autorevoli pareri e godiamo di filmati di ogni sorta. Gli suggerirei dunque, di ideare una sorta di concorso dove chiunque potesse inviare un video di quella che considera una valida azione del proprio beniamino, ad una giuria composta da Esperti, ma affiancata, non sia mai, anche da una componente popolare di spinonisti, ovviamente virtuali. E vinca il più fotogenico!

Andrea Selvi

Riflessioni al tempo del virus di A Selvi